L'ATELIER CHE NON C'E'... di Michele Battistella

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lunedì 30 maggio 2016

CI SI ARRENDE (Un ricordo)

"Ma sì vedi vedi
Come s’incendia la notte
Come anche un ricordo
Brucia l’anima
Che si arrende

Ma sì bevi bevi
Bevimi sono la pioggia
Pioggia che passa e rimane
Dentro l’anima
Che si arrende
Che si arrende"
(Ci si arrende, Zucchero)



Nell'ultimo disco di Zucchero c'è una canzone che mi ha ispirato quest'opera: Ci si arrende!



sabato 8 giugno 2013

MI MANCHI, ALMA DE LUNA

"Se non è amor
cos’è
questo dolor,
cos’è?

Mi manchi,
alma de luna,
como me falta, amor,
el sabor a ti

Dimmelo,
un tormento al cuor,
così,
es un amor asì

Mi manchi
Alma de luna
Como me falta amor
El sabor a ti

Lo so
Lo sai
Siamo vento ormai
Lo so
Lo sai
E nel vento vai
Mi manchi,
alma de luna,
como me falta amor
el sabor a ti

Mi manchi,
alma de luna,
como me falta amor
el sabor a ti"
(Sabor a ti, Zucchero)




(particolare)

sabato 10 marzo 2012

IRUBEN ME

"Piove a dirotto sul mio viso" 
 (Iruben me, Zucchero)


I Versione (2011)





II Versione (2012)


sabato 22 ottobre 2011

Incontro di mani

"E' un incontro di mani
questo amore"
"Si sono fatte strada 
fuori e dentro di me!"
(Con le mani, Zucchero)
















sabato 17 settembre 2011

Un sole bianco, alba sul Campo dei Fiori

"Torna il ricordo 
Vivo di te
E quando torna
Mi sfiora le labbra
Torna il rimpianto
Denso di te
Un sole bianco
Che mi bacia le labbra"

(Arcord, Zucchero)

 
Stamattina prima dell'alba sono salito sul Campo dei Fiori, sopra Varese.

Dopo un bel pò è salito anche il sole. Un bel Sole bianco che mi ha fatto tornare in mente la canzone di Zucchero Arcord
E ho provato a disegnarlo...  


domenica 17 luglio 2011

Un cappello pieno di sogni

"Bastano le mie mani
e un cappello pieno di sogni"
(O.L.S.M.M., Zucchero)

Era una forma di rame già tornita ma tagliata e quindi da buttare.
E invece no!  Ne ho tirato fuori un piccolo Borsalino...






domenica 19 giugno 2011

WORK IN PROGRESS, una nuova opera sta nascendo... SEGUI LA LAVORAZIONE!!!

"Le tue mani così, all'improvviso
si son fatte strada
fuori e dentro di me"
(Con le mani, Zucchero)

Dopo aver realizzato "Pugni chiusi" nuove idee con le mani come soggetto mi stanno proponendo nuove sfide.
In questa pagina potete seguire passo dopo passo, anzi "man mano" lo svolgersi di una nuova avventura!
Voglio realizzare su rame sbalzato la mano di un uomo e di una donna che si incontrano appoggiandosi sui palmi.  



Ho chiesto a un'amica di darmi una mano...
Qualche foto per chiarirmi le idee. (Io sono quello un pò più pallido)



Il disegno, in questo caso, abbastanza semplice serve come studio prima di iniziare e come guida per misure e proporzioni durante il lavoro.  


Ho scelto una lastra da 30x50cm. di rame "cotto" da 1,2 milllimetri.
Rame cotto vuol dire che è più malleabile già in partenza senza dover farlo ricuocere.
Lo spessore di 12 decimi mi permetterà di creare un buon volume partendo dalla lastra piana riducendo il rischio di tagliarla per averla "sfogliata" eccessivamente.


Riportato il disegno sulla lastra ho iniziato a sbalzare con mazzuole di legno piuttosto grosse per iniziare a creare volume.

Dal retro si martella per ricavare il volume


Sul fronte  si lavora per cominciare a definire il volume nel suo disegno.


I volumi diventano un pochino più chiari con l'utilizzo di mazzuole di diverse forme e con i "ferri di legno". I "ferri di legno" (fèr da legn, come direbbe il mio maestro) sono strumenti di legno, ovviamente, che picchiandoli col martello permettono di lavorare la lastra senza segnarla in modo troppo marcato come avverebbe invece con i "ceselli" veri e propri che sono di acciaio.


Il rame lavorandolo si incrudisce, cioè diventa duro. Per farlo tornare malleabile è necessario ricuocerlo. "Fà russ" direbbe il mio maestro, cioè "far rosso", il colore del rame quando diventa incandescente e quindi cotto. Dopo di chè si butta nell'acqua per raffreddarlo.
Si pulisce e si riparte!





E piano piano (in realtà botte da orbi), si comincia a vedere qualcosa...


Raggiunto il volume desiderato per la mano femminile, quella superiore, sto iniziando a far uscire anche la mano maschile abbassando i fondi. In pratica "sfondando" la lastra come a farla aderire a una mano-modello immaginaria.  


Ovviamente la mia mano rimane il punto di riferimento per le proporzioni anche se l'opera è di dimensioni leggermente maggiori del vero.


Ogni tanto chiedo all'amica di darmi un'altra mano... Anzi la stessa mano dell'altra volta


Ma anche altre amiche si prestano come modelle...


Il numero di martellate non si conta... E bisogna ricuocere ancora...



Con i forbicioni ho iniziato a togliere  un pò di lastra che non solo non mi servirà più, visto che poi il pezzo finito sarà scontornato, ma anche iniziava a dare fastidio...


E continua la modellazione...



Cuscino di sabbia, tavolo, pancia, tutto diventa strumento!




Prova...






Il pezzo a bagno nell'acido solforico dopo averlo fatto nuovamente rosso.


L'anatomia diventa un pochino più evidente...




Nuova ricottura.


Per lavorare meglio in questa fase ho deciso di mettere il pezzo in pece. La pece, che è quella roba nera dentro alla pentola, è un composto di pece greca (una resina), catrame, gesso e strutto. Scaldandola diventa liquida e raffreddando torna solida. Versandola nell'oggetto da lavorare ne prende la forma aderendo perfettamente alla superficie interna. Una volta raffreddata permetterà di lavorare evitando di ammaccare il pezzo (con effetto lattina schiacciata). 
La pece è più o meno elastica e gommosa a seconda delle quantità degli ingredienti.


E queste sono le mani con dentro la pece.


La pece all'interno del pezzo mi permette di entrare meglio nei particolari.




La cosa difficile in questo momento è evidenziare lo stacco tra una mano e l'altra. La lastra è già stata molto sbalzata e lo spessore si è assottigliato, un segno troppo secco rischia di tagliarla! 


Ciò nonostante... Bisogna martellare duro!



 Raggiunto lo scopo di segnare in modo deciso alcuni volumi posso togliere la pece scaldandola con la fiamma. Diventata quasi liquida si stacca.


Dopo aver ripulito tutto il pezzo dalla pece con formule magiche, che non sto a dirvi,  taglio ancora un pò di lastra in eccesso.


E adesso col portaseghette qualche taglio più preciso e definitivo...




Che ridere! Sulla maglietta della stramilano si legge STRAMANO!


Scontornate le mani fanno già un altro effetto...




Manicure!

E poi succede che ti viene in mente una canzone e tutto il lavoro che hai fatto fin ora cominci a guardarlo con altri occhi..

Qui, tutto il meglio è già qui,
non ci sono parole per spiegare ed intuire
e capire, Madeleine, 
e se mai ricordare…
tanto, io capisco soltanto
il tatto delle tue mani e la canzone perduta
e ritrovata
come un’altra, un’altra vita
(Madeleine, Paolo Conte)


Unghie, nocche, rughe...






Qualche colpo di lima per regolarizzare un pò i bordi della lastra.




Più o meno ci siamo! Ora si tratta di dare una bella pulita e vedere se ci sono magagne grosse.


Sgrassato il pezzo è stato immerso qualche secondo nel bagno del bronzo. Fino a diventare nero.


Con spazzole e pagliette ho grattato in modo da rimuovere la patina scura dalle superfici che volevo tornassero chiare.


Poi una spruzzata abbondante di vernice trasparente per bloccare l'ossidazione del rame... ET VOILA'!!!













THAT'S ALL!!!


P.S: chi non ha capito qualcosa sbALZI LA MANO!