I volumi diventano un pochino più chiari con l'utilizzo di mazzuole di diverse forme e con i "ferri di legno". I "ferri di legno" (fèr da legn, come direbbe il mio maestro) sono strumenti di legno, ovviamente, che picchiandoli col martello permettono di lavorare la lastra senza segnarla in modo troppo marcato come avverebbe invece con i "ceselli" veri e propri che sono di acciaio.
E piano piano (in realtà botte da orbi), si comincia a vedere qualcosa...
Raggiunto il volume desiderato per la mano femminile, quella superiore, sto iniziando a far uscire anche la mano maschile abbassando i fondi. In pratica "sfondando" la lastra come a farla aderire a una mano-modello immaginaria.
Ovviamente la mia mano rimane il punto di riferimento per le proporzioni anche se l'opera è di dimensioni leggermente maggiori del vero.
Ogni tanto chiedo all'amica di darmi un'altra mano... Anzi la stessa mano dell'altra volta
Ma anche altre amiche si prestano come modelle...
Il numero di martellate non si conta... E bisogna ricuocere ancora...
Con i forbicioni ho iniziato a togliere un pò di lastra che non solo non mi servirà più, visto che poi il pezzo finito sarà scontornato, ma anche iniziava a dare fastidio...
E continua la modellazione...
Cuscino di sabbia, tavolo, pancia, tutto diventa strumento!
Prova...
Il pezzo a bagno nell'acido solforico dopo averlo fatto nuovamente rosso.
L'anatomia diventa un pochino più evidente...
Nuova ricottura.
Per lavorare meglio in questa fase ho deciso di mettere il pezzo in pece. La pece, che è quella roba nera dentro alla pentola, è un composto di pece greca (una resina), catrame, gesso e strutto. Scaldandola diventa liquida e raffreddando torna solida. Versandola nell'oggetto da lavorare ne prende la forma aderendo perfettamente alla superficie interna. Una volta raffreddata permetterà di lavorare evitando di ammaccare il pezzo (con effetto lattina schiacciata).
La pece è più o meno elastica e gommosa a seconda delle quantità degli ingredienti.
E queste sono le mani con dentro la pece.
La pece all'interno del pezzo mi permette di entrare meglio nei particolari.
La cosa difficile in questo momento è evidenziare lo stacco tra una mano e l'altra. La lastra è già stata molto sbalzata e lo spessore si è assottigliato, un segno troppo secco rischia di tagliarla!
Ciò nonostante... Bisogna martellare duro!
Raggiunto lo scopo di segnare in modo deciso alcuni volumi posso togliere la pece scaldandola con la fiamma. Diventata quasi liquida si stacca.
Dopo aver ripulito tutto il pezzo dalla pece con formule magiche, che non sto a dirvi, taglio ancora un pò di lastra in eccesso.
E adesso col portaseghette qualche taglio più preciso e definitivo...
Che ridere! Sulla maglietta della stramilano si legge STRAMANO!
Scontornate le mani fanno già un altro effetto...
Manicure!
E poi succede che ti viene in mente una canzone e tutto il lavoro che hai fatto fin ora cominci a guardarlo con altri occhi..
Qui, tutto il meglio è già qui,
non ci sono parole per spiegare ed intuire
e capire, Madeleine,
e se mai ricordare…
tanto, io capisco soltanto
il tatto delle tue mani e la canzone perduta
e ritrovata
come un’altra, un’altra vita
(Madeleine, Paolo Conte)
Unghie, nocche, rughe...
Qualche colpo di lima per regolarizzare un pò i bordi della lastra.
Più o meno ci siamo! Ora si tratta di dare una bella pulita e vedere se ci sono magagne grosse.
Sgrassato il pezzo è stato immerso qualche secondo nel bagno del bronzo. Fino a diventare nero.
Con spazzole e pagliette ho grattato in modo da rimuovere la patina scura dalle superfici che volevo tornassero chiare.
Poi una spruzzata abbondante di vernice trasparente per bloccare l'ossidazione del rame...
ET VOILA'!!!
THAT'S ALL!!!