L'ATELIER CHE NON C'E'... di Michele Battistella

martedì 2 agosto 2011

Un piiiccolo contributo...

Ho avuto il piacere e l'onore di ricevere da due amici artisti, Sara Russo (ceramista) e Daniele Brunotti (tatuatore), l'incarico di realizzare una decina di placchette con le loro iniziali per "firmare" una serie di opere che hanno realizzato unendo le loro arti.

Su disegno di Daniele ho quindi cesellato queste placchette in rame e ottone a sigillo di ogni loro singola opera.


Orgoglioso per questo piccolo contributo sono lieto di mostrare a tutti voi alcune delle loro opere!




 Rame cesellato e bronzato



 Ottone cesellato e bronzato



 Rame cesellato e bronzato



 Ottone cesellato e bronzato



 Ottone cesellato e patinato con verderame

 



Porzioni d’io
La pelle è il nostro organo più esteso, definisce il
confine tra esterno ed interno, è il luogo dove si
combatte costantemente la guerra conoscitiva e di
definizione del proprio io. Sulla pelle contraddittorie
lotte interiori affiorano pronte al duro confronto
con il mondo esterno, confronto che si può pensa-
re essere la stessa essenza dell’esistenza.
L’immensità creativa della mente umana capace di
creare innumerevoli mondi è costretta alla razio-
nalità corporea è costretta al dialogo con l’esterno
è costretta a subire le conseguenze del proprio
operare sul proprio corpo sulla propria pelle.
La pelle, luogo di contatto tra il conosciuto e il
conoscibile, luogo dove i segni più forti della propria
interiorità si confrontano con i disegni che qui si
affollano e ci sollecitano costantemente dal mondo
esterno. Non siamo forse il nostro io-pelle costan-
temente alla ricerca di una decodificazione e codifi-
cazione? Non siamo forse alla ricerca di un nostro
linguaggio corporeo in equilibrio con noi stessi in
modo da poterci esprimere secondo coscienza?
La pelle certo “nasconde” un intreccio di tante
informazioni che l’attraversano. Il nostro sguardo e
il nostro guardare, il nostro tono di voce e il nostro
dire, i nostri gesti e il nostro fare, il vestire, il “truc-
carsi”, il nostro gusto, l’ostentare beni materiali
o capacità intellettive, capacità pratiche o ragioni
spirituali. Ciò che siamo è un essere complesso so-
speso tra dentro e fuori che si confronta costante-
mente nel mondo, mutabile nel tempo, ancora alla
ricerca di coerenza, punti fermi e della famigerata
ragion d’esistere.
Quando si parla di pelle s’intende un sistema uma-
no naturale che racchiude una sacralità d’intenti
legati all’esistenza (cornice), preziosa in quanto
unica (terra), fragile in quanto “vittima” (ceramica),
indefinibile nella percezione della totalità del corpo,
immutabile in quanto ragione prima di equilibrio e
serenità legata ad un qualche pensiero catartico
che si fa disegno (tatuaggio) anch’esso indefinibile
nella propria globalità.
Sara e Daniele


Presentazione delle opere in occasione del Fuorisalone Milano Design Week 2011